Nella foto: da sinistra il Prefetto Raffaele Grassi, Vice Capo della Polizia – Direttore Centrale della Polizia Criminale e Presidente dell’OSCAD, il presidente del CONI Giovanni Malagò e il Procuratore Adelchi D’Ippolito
Ieri pomeriggio, presso la sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, alla presenza del Presidente Giovanni Malagò, è stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra l’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguarding e l’OSCAD, Osservatorio per la Sicurezza Contro gli atti Discriminatori del Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Ministero dell’Interno. L’intesa, che avrà validità biennale, ha l’obiettivo di attivare forme di collaborazione tra i due organismi per realizzare, sul territorio nazionale, attività di sensibilizzazione per la prevenzione di ogni forma di abuso, violenza e discriminazione nello sport, ispirandosi ai principi di uguaglianza e legalità. Verranno inoltre condotte campagne e iniziative di formazione e informazione volte ad incentivare lo sport come strumento di inclusione sociale, mentre gli episodi degni di attenzione saranno monitorati al fine di valutare l’opportunità di realizzare interventi che rendano più efficace l’opera di prevenzione. Firmatari dell’accordo il Procuratore Adelchi D’Ippolito, Presidente dell’organismo creato in seno al CONI e il Prefetto Raffaele Grassi, Vice Capo della Polizia – Direttore Centrale della Polizia Criminale e Presidente dell’OSCAD.
Il Prefetto Raffaele Grassi, invece, ha sottolineato che grazie all’accordo “è stata data la possibilità alle forze di polizia di entrare nella casa dello sport, per realizzare insieme progetti che si ispirino ai principi di legalità ed uguaglianza”. Infine, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha rimarcato l’importanza della collaborazione tra il mondo sportivo e le forze di polizia, soprattutto rispetto ai valori da trasmettere alle giovani generazioni. Con la firma del protocollo si realizza un ulteriore passo in avanti rispetto alla tutela dei minori, alla prevenzione delle molestie e della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione, tra cui quelle legate all’etnia, alla religione, alle convinzioni personali, alla disabilità all’età e all’orientamento sessuale.
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