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La caduta di Barnier. La Francia resta senza il primo ministro. Ma Macron non molla


Mercoledì 11 dicembre il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha preso atto delle dimissioni del governo guidato da Michel Barnier.  La notizia è stata diffusa dall’Eliseo con un comunicato ufficiale con il quale è stato reso anche noto che “Michel Barnier insieme ai membri del governo, si occuperà della gestione degli affari correnti fino alla nomina di un nuovo governo”.

Barnier è stato primo ministro per soli tre mesi. Il voto di sfiducia del Parlamento è stato l’epilogo di mesi di una crisi, cominciata con lo scioglimento dell’assemblea nazionale voluto da Macron dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni europee contro l’estrema destra.

La caduta del governo dopo soli tre mesi è un record dall’introduzione della costituzione francese, nel 1958. Le due mozioni di sfiducia sono state presentate martedì poco dopo la richiesta del primo ministro che aveva fatto ricorso all’articolo 49 comma 3 della costituzione per approvare la legge di bilancio senza una votazione all’assemblea nazionale. Questa decisione è stata presa dopo diversi giorni di aspre discussioni sul bilancio, durante i quali Barnier ha ceduto a diverse richieste dell’estrema destra. Macron, ieri sera alle 20, parlando davanti alle telecamere al Paese dall’Eliseo, ha chiarito che la responsabilità della caduta del governo e della mancata manovra “non è sua, ma del Parlamento”. Il capo dell’esecutivo “ha ricevuto la censura, la prima volta in oltre 60 anni, perché l’estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite”. “Si sono uniti gli estremisti e i populisti. Agiscono con cinismo e con senso del caos”.

IL presidente poi ha aggiunto che nei prossimi giorni nominerà un primo ministro “che unisca le forze politiche e che dovrà fare una legge speciale, e la legge di bilancio sarà la priorità”. E riguardo le voci sulle sue dimissioni ha aggiunto: “Onorerò il mandato al quale mi hanno eletto i francesi fino all’ultimo giorno”, “sono stato eletto democraticamente per un mandato di 5 anni e resterò fino alla fine” ha chiarito sottolineando che è sua intenzione risolvere al più presto la crisi e nominare un successore. Il presidente francese oggi ha visto anche la presidente dell’Assemblée Nationale, Yael Braun-Pivet, e il presidente del Senato, Gérard Larcher.

Secondo Moody’s la fine del governo Barnier “riduce la probabilità di un consolidamento delle finanze pubbliche” e dunque è un “evento negativo per il credito”. La caduta del governo lascia la Francia senza un percorso chiaro verso la riduzione del suo deficit di bilancio, che S&P Global Ratings prevede supererà il 6% del Pil nel 2024.

La mozione che ha messo fuori gioco Barnier

Una mozione di sfiducia della gauche contro Barnier, votata anche dall’estrema destra di Marine Le Pen, è passata in Assemblée Nationale. Si tratta del secondo governo della Quinta Repubblica francese rovesciato da una mozione di sfiducia, dopo quello di Georges Pompidou nel 1962. Il presidente Emmanuel Macron, appena rientrato dall’Arabia Saudita dov’era in visita di Stato, ha reso noto che è sua intenzione nominare un successore al più presto. La mozione è passata con 331 voti a favore, la maggioranza era fissata a 289. L’annuncio è stato dato in Assemblée Nationale dalla presidente dei deputati, Yael Braun-Pivet. Mathilde Panot, capogruppo de La France Insoumise, ha preso immediatamente la parola davanti alle telecamere, affermando che “Macron se ne doveva andare” e che il partito di Jean-Luc Mélenchon era pronto ad “andare al potere con un programma di rottura” con il passato.

Marine Le Pen ha detto che “lascerà lavorare” il prossimo premier a una manovra finanziaria “accettabile per tutti”. Con toni moderati in tv, ha spiegato che la caduta di Barnier “non è una vittoria”, ma di aver “fatto la scelta di proteggere i francesi”. “Non c’era altra soluzione”, ha detto la Le Pen, aggiungendo di “non averla presa a cuor leggero”. Secondo lei, “Michel Barnier non ha ascoltato le opposizioni quando metteva a punto la sua manovra”. “L’immenso amore che ho per la Francia mi ha sempre reso tutto facile, anche se costretta a unire i miei voti con quelli de La France Insoumise”.

Jean-Luc Melenchon ha avvertito che “anche con un Barnier ogni 3 mesi, Macron non durerà 3 anni”. Commentando la storica caduta del governo, durato solo tre mesi, Melenchon su X ha bollato come “inevitabile” il risultato del voto di oggi in Parlamento.

Secondo BFM TV, il presidente francese ha già cominciato le consultazioni da Ryad dov’era in visita con i suoi fedelissimi e le ha proseguite dall’aereo presidenziale. La sua priorità, dicono stretti collaboratori citati da BFM, è “non apparire senza un governo davanti a Trump, che sarà a Parigi nel weekend per la riapertura di Notre-Dame”. “

In piena crisi politica provocata dalla destituzione del governo di Michel Barnier la Francia è stata investita anche da un’ondata di manifestazioni e scioperi emblematici del malcontento sociale. Gli agenti della pubblica amministrazione hanno indetto una giornata di azione e i sindacati hanno decretato un maxi sciopero, minacciando di aprire un fronte sociale nel mezzo della crisi politica. Si amplia il malcontento nei confronti dei provvedimenti governativi, con un nuovo braccio di ferro dopo le manifestazioni dei ferrovieri e degli agricoltori, questi ultimi anche sull’accordo Mercosur.  Il resto si vedrà.



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