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La mossa furbetta di Biden


Venerdì 20 dicembre l’amministrazione Biden ha reso noto di aver ritirato la norma proposta dal Federal Register di modifica delle regole che avrebbe impedito alle scuole di escludere gli atleti transgender dalle squadre che corrispondono alla loro identità di genere. La norma di Biden sugli sport transgender è stata proposta nel 2023, ma è stata rinviata più volte. Doveva essere un seguito alla sua precedente norma più ampia che estendeva la protezione dei diritti civili agli studenti LGBTQ+ ai sensi del Titolo IX offrendo flessibilità alle scuole primarie e secondarie e alle università per limitare la partecipazione degli studenti transgender quando la loro inclusione avrebbe potuto compromettere “l’equità nella competizione” o potenzialmente portare a infortuni sportivi. La proposta avrebbe apportato modifiche al Titolo IX, che proibisce la discriminazione sessuale negli istituti scolastici che ricevono finanziamenti federali e impone alle scuole di offrire pari opportunità alle donne nei programmi educativi degli Stati Uniti. Ma alla fine poiché non ci sarebbe stato il tempo necessario per portarla a termine per evitare di lasciare l’opportunità al nuovo presidente eletto Donald Trump di modificarla a suo piacere, facendo avanzare la sua agenda più rapidamente, ha deciso di cancellarla. Vero è che con il ritiro delle normative in sospeso, nulla impedirebbe a Trump di adottare le proprie sugli stessi temi quando tornerà alla Casa Bianca, ma dovrebbe ripartire da zero, in un processo che potrebbe richiedere mesi o addirittura anni.

La proposta di Biden però ha lasciato entrambe le parti, pro transgender e contro transgender in causa a chiedere di più. I sostenitori degli atleti transgender hanno affermato che non è andata abbastanza lontano nel proteggere gli studenti transgender dalle politiche scolastiche che potrebbero escluderli ingiustamente. Gli oppositori hanno affermato che non è riuscita a proteggere le ragazze e a garantire l’equità. La norma è rimasta in secondo piano durante la campagna presidenziale, quando la questione è diventata oggetto di indignazione da parte dei repubblicani. Trump ha fatto campagna con la promessa di vietare gli atleti transgender, con la promessa di “tenere gli uomini fuori dagli sport femminili”. Oggi c’è chi dice che se la proposta di Biden fosse giunta al traguardo, di certo avrebbe dovuto affrontare sfide legali da parte dei conservatori che sostenevano che Biden aveva oltrepassato la sua autorità.

All’inizio di quest’anno, la National Association of Intercollegiate Athletics aveva vietato alle donne transgender di competere negli sport femminili, tenuto conto che rispetto alle loro avversarie cisgender sono più forti e quindi partirebbero da una posizione avvantaggiata. Altri enti sportivi invece hanno adottato una linea più morbida consentendo alle atlete trans di competere in base ai livelli di testosterone. Questo mese però la Corte Suprema degli Stati Uniti ha manifestato la sua volontà di confermare il divieto, sostenuto dai repubblicani, imposto in Tennessee sulle cure mediche che confermano il genere per i minori transgender.

Il condono da 180 miliardi di dollari di Biden

Sebbene l’amministrazione di Biden non sia riuscita a ottenere le ampie cancellazioni dei prestiti inizialmente promesse, ha condonato un importo senza precedenti di 180 miliardi di dollari in prestiti federali agli studenti attraverso programmi esistenti. Venerdì, i funzionari hanno annunciato che avrebbero cancellato il debito di altri 55.000 lavoratori, tra cui insegnanti, infermieri e funzionari delle forze dell’ordine, tramite Public Service Loan Forgiveness. Il programma promette di cancellare i prestiti per i mutuatari che trascorrono 10 anni in lavori governativi o non-profit. Si prevede che i 4,28 miliardi di dollari di aiuti rappresentino l’ultimo ciclo di condono dei prestiti al servizio pubblico prima che Biden lasci l’incarico a gennaio.



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