L’arrivo di Trump alla Casa Bianca sta provocando molti pruriti. Che i democratici non esultino per il suo insediamento è cosa nota. Ciò che è diventato curioso in queste ore è il fatto che una coppia di uomini di alto profilo, l’avvocato newyorkese Evan A. Davis e il banchiere di Chicago David M. Schulte, che peraltro sono stati anche sostenitori della vicepresidente Kamala Harris, abbiano lanciato l’idea che i democratici della Camera e del Senato potrebbero impedire a Trump di prestare giuramento utilizzando l’Electoral Count Act del 1887. Come? Basandosi su una legge che richiede che il 20% dei membri di ciascuna camera firmi una petizione di opposizione al voto elettorale.
“Se l’obiezione è sostenuta dalla maggioranza dei voti in ogni camera, il voto non viene conteggiato e il numero di voti richiesti per essere eletti viene ridotto del numero di voti squalificati”, hanno detto. “Se non venissero conteggiati tutti i voti per Trump , Kamala Harris potrebbe essere eletta presidente”. Insomma secondo questi due signori i i voti elettorali espressi per Trump potrebbero essere invalidi ai sensi della clausola di insurrezione del XIV emendamento, che squalifica qualsiasi “insurrezionista (l’insurrezione cui fanno riferimento sembra quasi scontato dirlo è la oramai famosissima rivolta del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti), che infranga il giuramento” dal ruolo di presidente. Per ora quello che è certo è che la Camera e il Senato si riuniranno il 6 gennaio dopo ogni elezione presidenziale per lo spoglio e la certificazione dei voti elettorali. E il 20 gennaio Trump presterà giuramento come presidente per il suo secondo mandato non consecutivo. Il resto fa solo sorridere.
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