Mark Zuckerberg ha preso ancora di più le distanze dall’amministrazione Biden durante un’apparizione al podcast di Joe Rogan, dove il CEO di Meta ha accusato i funzionari dell’amministrazione del presidente uscente di aver chiesto a gran voce la rimozione di contenuti incentrati sul COVID-19, critici nei confronti dei vaccini, quando la Casa Bianca ha esteso l’obbligo di vaccinazione a tutta la popolazione. Incalzato da Rogan che voleva sapere chi nell’amministrazione Biden avesse avanzato tali richieste, Zuckerberg ha risposto che si trattava di funzionari dell’amministrazione e che non era al corrente se le loro conversazioni fossero state registrate. Aggiungendo: “Abbiamo detto ‘No, non elimineremo l’umorismo e la satira, non elimineremo le cose che sono vere'”. Zuckerberg ha poi aggiunto che molte delle sue affermazioni contro la richiesta della Casa Bianca di rimuovere i post erano ben documentate”. Meta è stata infatti messa sotto esame dai repubblicani a causa delle accuse secondo cui l’azienda avrebbe collaborato con l’ amministrazione Biden per censurare i discorsi su Facebook , diventando così un bersaglio privilegiato per il presidente della commissione giudiziaria della Camera, Jim Jordan, repubblicano dell’Ohio.
In una lettera inviata a Jordan in agosto, Zuckerberg ha accusato l’ amministrazione Biden di aver “ripetutamente” fatto pressione sull’azienda affinché “censurasse determinati contenuti sul COVID-19”. “Alla fine è stata una nostra decisione se rimuovere o meno i contenuti, e siamo responsabili delle nostre decisioni, comprese le modifiche relative al COVID-19 che abbiamo apportato alla nostra applicazione in seguito a questa pressione”, ha scritto. “Credo che la pressione del governo fosse sbagliata e mi dispiace che non siamo stati più espliciti al riguardo”.
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