Oggi all’età di 82 anni è morto Oliviero Toscani a causa di una malattia multisistemica l’amiloidosi, che compromette la funzionalità di vari organi vitali. Lo ha annunciato la famiglia in un breve comunicato stampa. “Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell’intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali”, si legge nella nota firmata dalla moglie Kirsti e dai figli.
Tre mogli e sei figli, l’ultima, accanto a lui fino alla fine, è stata Kirsti Moseng, 80 anni, ex modella norvegese, nonché sua agente. Lei e Oliviero si erano conosciuti più di mezzo secolo fa e non si sono più lasciati. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: Rocco, Lola e Ali. Il fotografo incontrò la sua Kirsti per la prima volta a Milano. L’aveva vista su una copertina della rivista “Vogue” e la scelse per un servizio di moda. “Dopo averla vista dissi alla mia ragazza di allora ‘questa sarà mia moglie'”, ha raccontato in un’intervista, e poco dopo riuscì a conquistarla. Lei aveva 24 anni, lui 26 e da allora non si sono mai più separati.
La passione per la fotografia
La passione per la fotografia gli è stata tramandata dal padre, Fedele Toscani che è stato uno dei fotoreporter storici del Corriere della Sera. Ed è proprio sul Corriere della Sera che pubblica la sua prima foto a soli 14 anni. Come lui stesso ha raccontato nel libro Caro Avedon, la fotografia in 25 lettere ai grandi maestri la scattò il giorno che accompagnò suo padre a Predappio per la tumulazione di Mussolini. Mentre suo padre era intento a fotografare la cerimonia nel suo intero, lui si soffermò sul volto dolente di Rachele Mussolini e quell’immagine, la più bella di tutte, finì sulle prime pagine del noto quotidiano. Dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965Toscani si diploma in fotografia alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, dove è allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp e dell’artista Karl Schmid. Poi inizia quasi subito a lavorare nella pubblicità. La sua prima campagna è per il cornetto Algida. Presenta una proposta con una prova scattata alla buona, tre ragazze che vanno su un tandem gustando il gelato e la sua idea piace così tanto alla commissione che viene scelta scartando le proposte di professionisti più noti. Poi come fotografo Inizia a lavorare per riviste come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern, l’Uomo Vogue e Donna, realizzando servizi fotografici o anche semplici singoli scatti per le campagne di alcuni tra i più importanti marchi di moda come Valentino, Chanel, oltre che Fiorucci, Esprit e Prénatal. Nel 1979 in occasione del festival Venezia 79 la fotografia tiene un corso sulla fotografia di moda con la partecipazione di Franca Sozzani, all’epoca vicedirettrice della rivista Lei, Edizioni Condè Nast.
Un’altra tappa importante della sua vita è quando decide di dedicare più tempo alle problematiche sociali per inserirle nelle pagine patinate della pubblicità. Questo suo nuovo approccio trova il coronamento nel rapporto, iniziato nel 1982, con l’azienda Benetton. Toscani cura lo scatto ed il concept delle campagne pubblicitarie: temi come l’uguaglianza razziale, la mafia, la lotta all’omofobia, il contrasto al diffondersi dell’Aids, la ricerca della pace, l’abolizione della pena di morte vengono per la prima volta proposti sui cartelloni stradali e sulle pagine pubblicitarie. Se una volta nella fotografia di moda tradizionale la vita di ogni giorno era un pretesto per parlare di un marchio di moda, adesso il marchio di moda diventa il pretesto per promuovere campagne di sensibilizzazione sociale. Nel 1991, sotto l’egida di Benetton, lancia la rivista Colors, e nel 1994 Fabrica, centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna, fucina di progetti editoriali, libri, mostre ed esposizioni. Dal 1999 al 2000 è direttore creativo del mensile Talk Miramax a New York diretto da Tina Brown. Nel 2000 interrompe la collaborazione con il gruppo Benetton in seguito a una controversa campagna che utilizza foto reali di condannati a morte negli Stati Uniti che provoca azioni di ritorsione verso la casa di moda. Inizia poi ad occuparsi delle campagne del marchio RaRe, che hanno come concept il tema dell’omofobia, e dell’azienda Nolita Pocket. Queste campagne vanno spesso incontro a conflitti con l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, ma lui come sempre non abbandona il suo spirito anticonvenzionale.
Nel 2004, all’interno della riserva naturale del Parco di San Rossore di Pisa, crea La Sterpaia, un laboratorio di fotografia, arte e architettura il cui obiettivo è formare nuovi fotografi, grafici, scrittori e registi. “Non ho mai posseduto un vero studio”, aveva raccontato parlando di questo progetto, “ma solo una specie di bottega. L’origine risale alla creazione di Fabrica, fondata all’interno dell’azienda Benetton. Poi dato che appartenere a un marchio così noto era troppo limitante, ho dato vita a La Sterpaia“.
Sempre a fare progetti
Nel settembre 2006 assume la direzione artistica di Music Box, canale interattivo della piattaforma Sky. I videoclip musicali (scelti dal pubblico da casa tramite e-mail o sms) vengono “disturbati” da “pillole virali” create dal gruppo di creativi de La Sterpaia con la supervisione di Toscani. Sulla stessa emittente Toscani conduce anche il talk show Camera Oscura. Nel 2007 Toscani realizza per il marchio Nolita una campagna choc contro l’anoressia fotografando la modella e attrice francese Isabelle Caro, poi morta il 17 novembre 2010, malata di anoressia, che all’epoca pesava 31 chili per 1,64 m di altezza. A causa della crudezza delle immagini la campagna divise come al solito il pubblico ed i critici. Nel 2008, durante la 61ª edizione del Festival del cinema di Locarno viene presentato il film Anorexia, storia di un’immagine del regista argentino Leandro Manuel Emede, documentario che narra la storia della fotografia No Anorexia realizzata da Toscani.
Nel 2010 l’accademia di belle arti di Firenze lo nomina Accademico di onore. Nel 2016 partecipa come giudice a Master of photography, talent show riservato ai fotografi amatoriali e professionisti. Nel 2017 l’accademia di belle arti di Brescia conferisce a Toscani la laurea ad honorem. Nel 2019 vince il premio alla carriera dell’Art director’s club tedesco. Nel 2011 cura la mostra “funcooldesign”, retrospettiva dello studio JoeVelluto (JVLT). Nel 2014 denuncia il partito Fratelli d’Italia per aver utilizzato senza autorizzazione una sua foto nell’ambito di una campagna del partito contro le adozioni gay. Nell’ottobre di quell’anno lancia un nuovo progetto radiofonico insieme con Nicolas Ballario: Non Sono Obiettivo; in onda ogni venerdì su Rai Radio 1, nel corso del quale chiunque può partecipare al programma inviando il proprio contributo. Dal 2018 al 2020 Toscani lavora nuovamente per Benetton, curando le campagne fotografiche dell’azienda e tornando a ricoprire il ruolo di direttore artistico di Fabrica, lanciando in questo contesto il progetto Fabrica Circus, che prevede la creazione di una fucina di artisti rinascimentali dove la creazione non ha limiti o etichette. In questa stagione, Toscani rilancia con Benetton alcuni dei temi cari al suo operato, come quello dell’integrazione, attraverso una campagna fotografata all’interno di una scuola del quartiere Giambellino di Milano, raffigurante 28 bambini di tredici nazionalità diverse. Toscani terminerà il suo rapporto con l’azienda nel luglio del 2020, venendone licenziato in seguito alle sue dichiarazioni sul crollo del Ponte Morandi. Nel settembre del 2022, invitato da Pietro Mereu, si reca in Sardegna per fotografare i centenari dell’Ogliastra. Chi lo conosce bene sapeva che era inarrestabile. Poi nel giugno del 2023 gli è stata diagnosticata l’amiloidosi, notizia divenuta di pubblico dominio nell’agosto 2024. Solo a quel punto il fotografo dichiara di aver perso la motivazione e la voglia di vivere a causa di tutti i limiti imposti dalla malattia, non escludendo di ricorrere al suicidio assistito. Oggi se n’è andato come non avrebbe voluto, ossia senza far rumore, ma lasciando un ricordo indelebile di sé.
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