ph. Reuters
Il 20 gennaio, subito dopo il suo insediamento, il presidente statunitense Donald Trump, ha inaugurato il suo secondo mandato, firmando una serie di ordini esecutivi, i cosiddetti executive orders, ben 42, in varie materie. Roba da guinness dei primati tenuto conto che di prassi i presidenti appena eletti possono contare sui canonici e rituali “100 giorni”, per realizzare con più calma il loro programma. Ma Trump è Trump, lui va sempre di fretta, e come ha già fatto intendere, vuole affrontare subito tutti i temi del suo programma politico. Si tratta di un’agenda di rottura, come dimostrano le sue prime ore da presidente con quello che è stato fatto dal suo predecessore Joe Biden. E l’obiettivo ora è iniziare a realizzare alcune delle cose promesse in campagna elettorale con degli ordini esecutivi.
Cos’è un ordine esecutivo?
Gli ordini esecutivi sono documenti ufficiali firmati attraverso i quali un presidente in carica gestisce le operazioni del governo federale e fornisce istruzioni al potere esecutivo su come interpretare la legge, quindi rappresentano una direttiva emessa dal presidente che entra nel Federal Register. Gli ordini esecutivi hanno forza di legge, ma non richiedono un atto del Congresso. Sebbene abbiano forza di legge però possono essere revocati da un presidente successivo che può emettere ordini esecutivi differenti. Sa sapere è che gli ordini esecutivi sono più vulnerabili alle contestazioni in tribunale, sia sostanziali che procedurali.
L’agenda del presidente
E come è accaduto nel corso del suo primo mandato alla Casa Bianca, Trump ha di nuovo deciso di rinnegare nuovamente l’accordo di Parigi sul clima. Biden aveva annullato l’uscita dall’accordo dopo la sua vittoria elettorale del 2020, dunque si tornerà al punto di partenza. Il corollario di questa diserzione dalla lotta contro il cambiamento climatico sarà il via libera per l’aumento della produzione petrolifera in Alaska e per il fracking, la tecnica della fratturazione idraulica. Non a caso Trump spesso ama ripetere “Drill baby drill”, a”ma ripetere Trump. “Scava, baby, scava”. E così sarà.
Donald Trump ha due motivazioni che lo spingono verso questa frenesia di decreti. La prima, già presente otto anni fa, è la volontà di disfare tutto ciò che il suo predecessore democratico ha fatto. In quest’ottica i simboli sono importanti. Perciò il nuovo presidente cambierà il nome alla più alta cima del Nord America, situata in Alaska, rinominandola in onore del presidente William McKinley, repubblicano assassinato nel 1901. Barack Obama aveva cambiato il nome di questa montagna scegliendo un nome di lingua autoctona, Denali. La seconda riguarda il fatto che Trump vuole agire come un rullo compressore contro quello che chiama “lo stato profondo”, cioè gli uomini e le strutture che a suo parere lo hanno ostacolato durante il suo primo mandato. E per farlo si affiderà al “project 25”, un piano concepito da un gruppo ultraconservatore che ha lavorato al suo programma elettorale. L’obiettivo? Scalzare i nemici e mettere suoi uomini nei posti chiave per mettere in pratica le sue idee.
La sua sfida per l’immigrazione illegale
L’offensiva anti-immigrazione promessa da Trump ha preso forma nel suo discorso inaugurale. “Entrare illegalmente negli Stati Uniti sarà impossibile e rispediremo milioni e milioni di criminali stranieri a casa loro”, ha affermato. “Invierò l’esercito al confine meridionale per bloccare la terribile invasione del nostro paese”. E con la firma sul decreto che dichiara lo stato d’emergenza al confine con il Messico, di fatto ha già cominciato a raccogliere i primi risultati perché la piattaforma per i richiedenti asilo lanciata dall’amministrazione Biden ha cessato di funzionare. “Tutti gli appuntamenti sono stati cancellati”, si legge sul sito del servizio.
Il giudice distrettuale statunitense John Coughenour ha programmato un’udienza per le ore 10 (ora locale) per esaminare la richiesta presentata da quattro stati di emettere un’ordinanza restrittiva temporanea contro l’ordine esecutivo di Trump. Martedì mattina, i procuratori generali di Arizona, Oregon, Washington e Illinois avevano fatto causa a Trump per l’ordinanza, che, a loro dire, priverebbe del diritto di voto più di 150.000 neonati ogni anno.
OMS addio
Trump ha emesso un ordine esecutivo con cui ha ritirato gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, accusandola di aver gestito male la pandemia di COVID-19.
Le mire espansionistiche sul canale di Panama e la Groenlandia
Le mire espansionistiche di Trump puntano al Panama e alla Groenlandia che lui è convinto che prima o poi verrà ceduta. Per il Panama però il presidente José Raúl Mulino gli ha già risposto per le rime dicendo: “Il canale appartiene e continuerà ad appartenere a Panamá”.
I pardon di Trump
Trump ha concesso la grazia a più di 1.500 partecipanti all’assalto al congresso del 6 gennaio 2021. “È un insulto al sistema giudiziario statunitense”, ha reagito Nancy Pelosi, ex presidente democratica della camera dei rappresentanti. Ma lui come al solito ha fatto spallucce.
Due soli generi
“La politica ufficiale degli Stati Uniti sarà che esistono solo due generi, maschile e femminile, definiti alla nascita”, ha affermato Trump. A dicembre aveva annunciato che il giorno stesso del suo insediamento avrebbe messo fine al “delirio transgender”. Nel mirino di Trump ci sono i finanziamenti federali per i programmi a sostegno della diversità.
Il governo federale ha ordinato di mettere in congedo i dipendenti DEI
Secondo una nota dell’Office of Personnel Management ottenuta da ABC News, tutti i dipendenti federali che lavorano a programmi e iniziative per la diversità, l’equità e l’inclusione (DEI) dovranno essere sospesi in congedo amministrativo retribuito entro oggi 22 gennaio 2025. La decisione arriva mentre l’amministrazione Trump chiude gli uffici e i programmi DEI competenti in tutto il governo federale. La direttiva segue la firma, avvenuta lunedì, da parte del presidente Donald Trump di ordini esecutivi per smantellare i programmi federali DEI, come parte di una più ampia promessa elettorale di Trump di invertire e sovvertire gli sforzi per la diversità in tutto il Paese, nel settore pubblico e privato.
Il sindacato di polizia di Washington è sconcertato dai condoni del 6 gennaio
Il sindacato di polizia di Washington, DC, che rappresenta gli agenti del dipartimento di polizia metropolitana, ha espresso “sgomento” per la recente grazia concessa a coloro che hanno aggredito violentemente gli agenti di polizia al Campidoglio il 6 gennaio 2021. “Come organizzazione che rappresenta gli interessi di 3.000 uomini e donne coraggiosi che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per proteggere le nostre comunità, la nostra posizione è chiara: chiunque aggredisca un agente delle forze dell’ordine dovrebbe essere perseguito con il massimo rigore della legge, senza eccezioni”, ha affermato il sindacato in una nota. “Restiamo fermi nella nostra missione di proteggere i diritti e gli interessi di tutti gli agenti di polizia e di garantire che la giustizia venga applicata in modo equo e coerente”, prosegue la dichiarazione.
Trump afferma di aver graziato il fondatore di Silk Road Ross Ulbricht
Trump ha dichiarato di aver firmato un “perdono totale e incondizionato” per Ross Ulbricht, condannato all’ergastolo nel 2015 per aver gestito il sito del mercato nero Silk Road. “Ho appena chiamato la madre di Ross William Ulbright [sic] per farle sapere che in onore suo e del Libertarian Movement, che mi ha sostenuto così fortemente, è stato un piacere per me firmare un perdono completo e incondizionato per suo figlio, Ross”, ha detto Trump su Truth Social. “La feccia che ha lavorato per condannarlo erano alcuni degli stessi lunatici del governo che erano contro di me. Gli sono state date due condanne a vita, più 40 anni. Ridicolo!” Ulbricht, che ha gestito Silk Road tra gennaio 2011 e ottobre 2013, è stato dichiarato colpevole di aver consentito agli utenti di acquistare droghe illegali, armi e altri beni illeciti in forma anonima. I procuratori hanno affermato che gli stupefacenti distribuiti tramite il sito, che l’FBI ha definito “l’Amazon delle droghe illegali”, erano collegati alla morte di almeno sei persone.
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